Tra i numerosi temi che ci vedono impegnati, in queste settimane stanno entrando nel vivo i lavori parlamentari per il recepimento della Direttiva Europea 790/2019 in tema di Copyright. Come associazione, siamo da mesi al lavoro affinchè il recepimento della stessa Direttiva nel nostro ordinamento sia il più possibile rispondente alle esigenze degli interpreti e in grado di formare, in questo ambito così delicato e in continua evoluzione, una solida rete di tutela per il nostro lavoro.
A questo proposito, durante l’estate abbiamo inviato al Ministero della Cultura un documento in cui, in seguito ad una dettagliata analisi della bozza di decreto attuativo (effettuata grazie alla preziosa collaborazione con uno studio legale specializzato in tema) abbiamo evidenziato i tratti del testo che incontravano il nostro favore e i punti su cui sarebbe stato necessario apportare modifiche. Più in particolare, nella nostra missiva abbiamo sottolineato quanto segue: “UNITA ritiene, poi, di poter dare un ulteriore contributo (…) segnalando come uno dei terreni sui quali si potrebbe efficacemente intervenire (…) sia il contenuto delle norme che fissano il diritto inderogabile agli equi compensi. Esse, invero, opportunamente implementate e corrette, sarebbero idonee a garantire che la remunerazione per autori ed AIE sia effettivamente adeguata e proporzionata (vd. art. 46 e 84 L.d.A.) ai ricavi generati dagli sfruttamenti delle opere anche da parte degli utilizzatori secondari. Particolarmente preoccupante appare, infatti, la tendenza delle piattaforme di distribuzione di video on demand e delle piattaforme di condivisione di contenuti caricati dagli utenti a non corrispondere gli equi compensi previsti dalla legge, pur essendo tale forma di diffusione uno dei canali principali, allo stato, per lo sfruttamento economico delle opere audiovisive. Ad oggi, non tutti i soggetti interessati corrispondono, difatti, gli equi compensi dovuti alle società di gestione collettiva rappresentative e quanto versato è talora irrisorio rispetto agli introiti conseguiti”.
Una volta inviato il nostro parere, completo di richieste puntuali di modifica, abbiamo accolto con favore il conseguente schema del decreto di recepimento, che contiene gran parte delle nostre osservazioni. Tuttavia, proprio in relazione a quest’ultimo testo abbiamo ritenuto importante sottoporre ulteriori richieste di modifica all’articolato, che abbiamo fatto pervenire attraverso membri del Parlamento. Nello specifico, abbiamo voluto chiarire alcuni punti in relazione al ruolo dell’AGCOM, con riferimento all’individuazione dei criteri di riferimento da adottare per la determinazione del compenso, e chiedere di inserire la specifica che “Se entro trenta giorni dalla richiesta di avvio del negoziato di una delle parti interessate non è raggiunto un accordo sull’ammontare del compenso, ciascuna delle parti può rivolgersi all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni per la sua determinazione. L’Autorità, entro sessanta giorni dalla richiesta della parte interessata, indica, sulla base dei criteri stabiliti dal regolamento, l’ammontare dell’equo compenso, anche quando una parte, pur regolarmente convocata, non si presenta davanti all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni”. Abbiamo voluto evidenziare questo particolare aspetto onde evitare che, in caso di mancato accordo o controversie sulle tariffe, si debba ogni volta adire la giustizia ordinaria con i suoi tempi lunghissimi. Inoltre, la nostra richiesta di modifica si è concentrata sui cosiddetti “apolidi” così come di seguito riportato:“I compensi di cui agli artt. 80 e 84 della legge n.633 del 22 aprile 1941 spettanti agli artisti interpreti o esecutori aventi diritto che non abbiano conferito mandato ad alcun Organismo di Gestione Collettiva sono raccolti e ripartiti agli artisti aventi diritto dai tre Organismi di Gestione Collettiva maggiormente rappresentativi di ciascuna categoria”.
Abbiamo da poco avuto notizia che queste ulteriori richieste verranno sottoposte in vista di un possibile recepimento nel testo definitivo del decreto. Siamo ormai alle battute finali di questo processo così delicato che ci ha visto lavorare sottotraccia con grande impegno e all’insegna della collaborazione istituzionale per il raggiungimento di un obiettivo fondamentale.
Siamo fiduciosi sulla positiva conclusione dell’iter e molto presto, non appena i lavori parlamentari si saranno conclusi, torneremo da voi per darvi ogni aggiornamento.